Tenersi per mano

Il progetto presso il Centro Alzheimer Margherita di Fano sta volgendo alla fine, e so già che gli utenti che ho avuto il privilegio di prendere in carico mi mancheranno. In particolare mi mancherà Maria, nome di fantasia, una signora di 78 anni a uno stadio avanzato della malattia, con una importante afasia globale.
Con Maria c’è stato subito un bel feeling: fin dal primo incontro, durante l’osservazione extrasetting, mi ha presa in simpatia, regalandomi tanti sorrisi, tutti i suoi discorsi “sconclusionati”, e un bellissimo abbraccio quando l’ho salutata.
Ogni seduta di Musicoterapia è stata piena di canti improvvisati e grandi risate. Maria è una persona dolce e allegra, sempre in cerca di un ascoltatore dei suoi lunghi racconti “senza senso”, che però un senso lo hanno, ad ascoltare bene: Maria racconta gli episodi e le persone importanti della sua vita, ma mettendo insieme parole che purtroppo noi non capiamo.
Molto si può capire, però, osservando e ascoltando tutto ciò che non è “parola”, in particolare il colore e le sfumature della sua voce, il linguaggio non verbale delle sue espressioni e del suo corpo. E da questa osservazione si può comprendere quanto Maria sia “consapevole” di ciò che le sta accadendo. Questa consapevolezza non avviene a livello razionale, ma in uno strato più profondo della coscienza.
Purtroppo la malattia di Maria è in un momento di ulteriore peggioramento: con lo staff del Centro abbiamo osservato un aumento della sua agitazione (ci vuole molto a convincerla a sedersi), e un aggravamento della perdita delle funzionalità prassiche (non mangia più da sola). Nelle sedute di Musicoterapia ormai resta in piedi per tutto il tempo, anche se non ha perso quello che abbiamo costruito finora, e canta con me la “canzoncina” che abbiamo creato insieme.
Durante l’ultima seduta, Maria non ha mai lasciato la mia mano, che teneva stretta, quasi aggrappandosi: mentre cantava con me, mentre “raccontava”, mentre ballava sulle mie improvvisazioni allo xilofono… e io non ho mai lasciato la sua…
p.s.: altri racconti che riguardano questo progetto li trovate qui, qui e qui.
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