L’importanza della raccolta dati
Nella progettazione dei percorsi di musicoterapia, che siano individuali o di gruppo, le informazioni sull’utente con il quale si andrà a lavorare sono molto importanti.
I dati che vengono raccolti riguardano sia la sfera medico-clinica (diagnosi, prognosi, sintomatologia, terapie, ecc.), sia la storia di vita dell’utente (dov’è nato, dove vive, la storia famigliare, la storia lavorativa, le capacità residue, ecc.), sia quelli che noi musicoterapeuti chiamiamo i “dati sonoro-musicali”.
Questi ultimi sono di fondamentale importanza per poter progettare un intervento che tenga conto innanzitutto del rapporto dell’utente con la musica, delle sue preferenze, di ciò che non gli piace: non solo affinché la finalità principale del benessere dell’utente possa essere raggiunta, ma anche per poter creare una relazione musicoterapica che possa portare al cambiamento e alla trasformazione del “non musicale”.
Tutto ciò assume ancora più importanza quando si realizzano progetti complessi come quello che sto seguendo presso il Centro Diurno Alzheimer “Margherita” di Fano, dove, dal prossimo marzo, insieme alla valida collega Camilla Bonetti, inizieremo a somministrare tre percorsi di musicoterapia di gruppo per gli utenti con diagnosi di demenza dal livello lieve al medio.
Per iniziare i percorsi a marzo, abbiamo iniziato a lavorare dai primi giorni di gennaio per raccogliere tutti i dati degli utenti coinvolti (13 persone in tutto): abbiamo letto le cartelle, abbiamo parlato con le colleghe educatrici, psicologhe e oss che si prendono quotidianamente cura di loro, abbiamo parlato con i familiari, li abbiamo osservati al di fuori del setting musicoterapico, durante la loro permanenza nel Centro.
Tutto questo ci permette di progettare degli interventi su misura per gli utenti coinvolti, in modo da non lasciare indietro nessuno, e contemporaneamente dare loro momenti di serenità, benessere, soddisfazione di sé, per migliorare la loro qualità di vita.
Ma la raccolta dati non si limita a questa fase iniziale. Durante la somministrazione, i percorsi saranno costantemente monitorati attraverso protocolli qualitativi e quantitativi, e le videoriprese, che ci permetteranno di calibrare e migliorare il progetto in itinere, anche grazie ai momenti di intervisione con lo staff e di supervisione musicoterapica.
Questo progetto in particolare, inoltre, realizzato presso una delle migliori strutture Alzheimer della provincia di Pesaro-Urbino, ci dà anche l’ulteriore apporto e supporto della psicologa Lara Braccini, che sta raccogliendo ulteriori dati psicometrici da poter utilizzare per analizzare ulteriormente i percorsi realizzati.
Questo tipo di progettazione multidisciplinare è purtroppo raro, ma sono ottimista che si diffonderà sempre di più, con l’obiettivo principale di migliorare la qualità di vita delle Persone con demenza.
I miei percorsi di Musicoterapia
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