Che cos’è la Musicoterapia
La Federazione Mondiale di Musicoterapia (2011) definisce la Musicoterapia come:
l’uso professionale della musica e dei suoi elementi come intervento in ambienti medici, educativi e comuni con individui, gruppi, famiglie o comunità che cercano di ottimizzare la loro qualità di vita e migliorare la salute e il benessere fisico, sociale, comunicativo, emotivo, intellettuale e spirituale. Ricerca, pratica, educazione e formazione clinica in musicoterapia sono basati su standard professionali in relazione ai contesti culturali, sociali e politici.
La musicoterapia è una disciplina che si colloca tra arte e scienza, ed è influenzata da molti ambiti teorici: psicologia, pedagogia, antropologia, medicina, neuroscienze, ecc., e che mette al centro la Persona, i suoi bisogni, la sua storia, la sua unicità.
Sono molteplici, infatti, le discipline che contribuiscono e hanno contribuito ad arricchire le basi teoriche e scientifiche della Musicoterapia, tra i contributi più significativi:
- quelli di Cristina Cano (1985), Denis Gaita (1991) e Giovanni Piana (1991) sulla valenza simbolica del suono e della musica;
- la teoria del fonosimbolismo di Fernando Dogana (1983);
- gli schemi di rappresentazione elaborati da Michel Imberty (1986);
- gli studi di Gino Stefani inerenti alla semiologia della musica (1985; 1987);
- gli studi di François Delalande sulle condotte musicali (Guardabasso & Marconi 1993);
- gli studi antropologici di Marius Schneider (1960);
- gli studi di Raymond Murray Schafer riguardo il “paesaggio sonoro” (1977);
- gli studi sull’ascolto umano di Alfred Tomatis (1972; 1979; 1987; 1995).
L’universo sonoro dell’individuo prende forma fin dalla vita intrauterina, è un mondo profondo, e ha molta importanza nella costruzione dell’identità e delle relazioni primarie. La musica è un’esperienza fondamentale per l’essere umano che coinvolge corpo e mente: la psicologia ha evidenziato che la musica facilita i processi comunicativo-relazionali e la regolazione di emozioni e comportamenti; le neuroscienze hanno individuato gli effetti del fare e ascoltare musica sulle aree del cervello.
Tutto ciò crea le premesse per un utilizzo dell’elemento sonoro-musicale in Musicoterapia come risorsa complementare e aggiuntiva ad altri interventi sanitari e clinici specifici, attraverso l’utilizzo di tecniche specifiche, in riferimento a una prassi codificata e replicabile (Evidence Based Music Therapy).
La Musicoterapia può essere di supporto in diversi contesti ai livelli:
- preventivo: scuola, gravidanza, terza e quarta età;
- riabilitativo: sindrome dello spettro autistico, disabilità fisica e mentale, cerebrolesioni, sindrome di Down, malattia di Parkinson;
- terapeutico: psichiatria, demenze, neurologia, psicoterapia.
Considerando che la musicoterapia non è animazione musicale, né educazione musicale, e l’utente non ha bisogno di conoscenze e abilità musicali per usufruirne, si può affermare che gli interventi di musicoterapia si possono somministrare a persone di qualsiasi età, genere, cultura.