Un passo alla volta
In una storia sul sito ho raccontato di come un importante fatto professionale sia legato a un fatto personale, promettendo che avrei poi continuato a raccontare…
Quindi, eccomi qui a continuare questo diario del progetto di Musicoterapia all’interno del Centro Alzheimer Margherita di Fano, che per me è molto importante da tanti punti di vista.
Come musicoterapeuta ho imparato che è fondamentale rapportarsi in modo sinergico e collaborativo con le altre figure che si prendono cura delle persone in difficoltà: grazie a una progettazione multidisciplinare si può veramente migliorare la qualità della vita degli altri, e lavorare in una atmosfera serena e proattiva.
Un progetto come quello che sto implementando al Centro Margherita si realizza attraverso dei passi importanti, il primo, fondamentale, è quello della raccolta dei dati. Quindi questo ultimo mese è trascorso entrando in punta di piedi nella vita del Centro e in quella dei suoi ospiti, attraverso la conoscenza diretta e l’appassionante lettura delle loro storie di vita, che sono importantissime nel mio lavoro. Questo è possibile grazie alla collaborazione con il personale del Centro e alla costruzione di una relazione di fiducia reciproca.
Ma c’è qualcosa di più: mio padre ha frequentato questo Centro ed è stato emozionante quando una collega educatrice mi ha mostrato uno dei suoi lavori…
È molto importante rendersi conto che le persone con demenza sono padri e madri, figli e figlie, nonni e nonne, e che nelle loro vite ci sono stati momenti di grande gioia, ma anche episodi traumatici che li hanno segnati per sempre. Mai perdere di vista tutto questo.
Per questione di privacy e rispetto delle persone con cui vengo a contatto, non riporterò i veri nomi degli utenti, ma userò nomi di fantasia.
Ha senso che Marco, all’inizio della malattia, sia in forte ansia per le “cose nuove”, perché ha perso una nipotina di 8 anni.
Ha senso che Elena, in peggioramento, ritrovi una certa allegria ricordando che da ragazza ballava durante le feste di famiglia con suo cugino che suonava la chitarra.
Ha senso che Maria, in uno stadio avanzato della malattia, canti “Stella stellina” a un bambolotto, perché ha perso una figlia appena nata.
C’è ancora altro, e altro ancora scoprirò andando avanti con i percorsi musicoterapici, senza mai perdere di vista l’obiettivo principale: far trascorrere a tutti loro momenti di benessere che possano migliorare la qualità delle loro vite.